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terça-feira, 3 de abril de 2012

LO SCAPOLARE ROSSO o DELLA PASSIONE e DEI SS. CUORI DI GESU' E DI MARIA





LO SCAPOLARE ROSSOo
DELLA PASSIONE
e
DEI SS. CUORI DI GESU' E DI MARIA

La serie di apparizioni riguardanti lo Scapolare Verde non era ancora terminata e già il cielo si riapriva sulle Famiglie Vincenziane, per dar loro un nuovo segno di predilezione e nuovo mezzo per far trionfare nelle anime la Divina Misericordia del Cuore di Gesù. Il nuovo Dono Celeste, col suo messaggio di misericordia, doveva essere lo Scapolare della Passione e dei SS. Cuori di Gesù e di Maria, detto comunemente lo Scapolare Rosso.
Il dono fu affidato da Gesù stesso ad una Figlia della Carità, Suor Apollina Andriveau, il 26 luglio 1846 e poi in successive apparizioni. 

Suor Apollina, la confidente di Gesù

Nata a Saint-Pourgain (Allier) il 7 maggio 1810, Apollina seguì ben presto il babbo a Parigi, dove ricevette una istruzione sceltissima e compita. Intelligente e laboriosa, imparò varie lingue, divenne scrittrice elegante e coltivò pure con successo la musica e la pittura. Il mondo le offriva un'ottima riuscita. Anche a lei, però, Dio fece sentire la sua voce. A 23 anni, nel 1833, abbandonò tutto per vestire l'umile abito delle Figlie della Carità di S.Vincenzo de' Paoli.
Fu applicata al servizio dei poveri, ufficio che disimpegnò con amore per 38 anni a Troyes. Fu trasferita quindi a Caen, dove rimase 14 anni, e poi nella casa di cura di Montolieu, ove passò 7 anni in croce, come Gesù, tra le dure sofferenze della malattia. Morì il 23 febbraio 1895. «Il tabernacolo ed il crocifisso - fu scritto da lei -, erano il ritrovo di tutti i suoi pensieri. Il suo atteggiamento davanti al Crocifisso ed all'altare era la predica più eloquente».
Fu a quest'anima generosa che Gesù rivolse il suo messaggio di misericordia, richiamando per suo mezzo gli uomini al pensiero della sua Passione e delle sue sofferenze troppe volte dimenticate. 

Gesù si manifesta

Ecco come Suor Apollina diede relazione al suo confessore e direttore spirituale, dell'apparizione dello Scapolare Rosso: «La sera del 26 luglio (1846), ottava di S. Vincenzo, vidi Nostro Signore sull'altare, un po' a destra, vestito di rosso con un manto azzurro. Teneva nella destra uno Scapolare Rosso, le cui estremità erano sostenute da due nastri dello stesso colore. Su di una faccia era rappresentato Gesù in croce, circondato dagli strumenti della Passione e attorno lessi: Santa Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, salvateci!
Sull'altra era impressa l'immagine dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, l'uno coronato di spine, l'altro trafitto da una spada e, fra i due Cuori, una croce. Attorno vi erano le parole: Sacri Cuori di Gesù e di Maria, proteggeteci! La denominazione dello Scapolare mi sembra che debba essere: Scapolare della Passione».
Questa apparizione si ripeté diverse volte ed il 14 settembre 1846 Gesù fece sentire a Suor Apollina questa consolante promessa:
«Coloro che porteranno lo Scapolare con amore, riceveranno ogni venerdì un aumento di fede, speranza e carità».

Approvazione canonica

Quanto all'approvazione canonica, come Gesù aveva preannunciato alla veggente, non vi furono difficoltà. Lo stesso p.G.B.Etienne, Superiore Generale della Congregazione della Missione e delle Figlie della Carità, recatosi a Roma nel mese di giugno del 1847, ne parlò direttamente al Papa, Pio IX. Il Papa ascoltò attentamente ed il 25 giugno, con un rescritto autorizzò il nuovo Scapolare, col titolo della Passione e dei SS.Cuori di Gesù e di Maria. Ai Missionari di S.Vincenzo ed ai Sacerdoti a cui l'avessero comunicata, veniva riservata la facoltà di benedirlo e di «imporlo» liturgicamente. Oggi questa riserva non esiste più, ma vedasi l'Appendice II, in calce a quest'opuscolo.
Suor Apollina scomparve, ma nell'ombra divenne una fiamma viva di amore per Gesù nel mistero della sua Passione. Sembra che per tutta la sua vita abbia goduto di particolari favori celesti e di visioni, assistendo sensibilmente alle varie scene della Passione di Cristo. Una volta le sembrò perfino di ricevere tra le braccia dalla Vergine Addolorata il corpo esanime di Gesù, deposto dalla croce.
Dello Scapolare soleva ripetere: «Sono felice che esso diventi sempre più una delle ricchezze della Congregazione della Missione». 

La devozione alla Passione di Cristo nelle Famiglie Vincenziane

Lo Scapolare Rosso si diffuse subito rapidamente in Europa e nel mondo e favorì l'aumento della devozione, specialmente popolare, alla Passione di Cristo ed ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria.
Nelle Famiglie Vincenziane la devozione ai Sacri Cuori era una costante, perché raffigurati nella Medaglia Miracolosa, nello Scapolare Verde e in quello Rosso. La devozione alla Passione di Cristo faceva parte della spiritualità vincenziana fin dal tempo dei Fondatori. Tuttavia il p.Etienne le diede un nuovo vigoroso impulso.
Nel 1853 egli pubblicò un «Manuale» sullo Scapolare Rosso e sulla Passione di Cristo, piccolo di formato, ma di molte pagine (410) e di grande importanza. Dopo una informazione sull'origine dello Scapolare, erano raccolte in esso 30 meditazioni sulla Passione di Cristo per il mese di giugno, dedicato alla devozione al Preziosissimo Sangue di Gesù, seguite da una novena di altre meditazioni sulla Croce e sulla Vergine Addolorata.
Il volumetto riportava, in calce, tutti i rescritti in latino dell'approvazione dello Scapolare e delle indulgenze ottenute dal Papa Pio IX, fino al 1853.In quel medesimo anno il p.G.B.Etienne inaugurava alla casa-madre dei Vincenziani a Parigi, in occasione della festa della esaltazione della Santa Croce, una nuova cappella dedicata alla Passione. Qualche anno più tardi, con una circolare, raccomandava che in ogni chiesa dei Missionari vi fosse un altare particolarmente dedicato alla Passione di Cristo e che di essa si parlasse in tutte le missioni ed esercizi spirituali.
Mancava solo una cosa alla realizzazione dei desideri di Suor Apollina: che il rifiorire della devozione alla Passione di Cristo fosse perpetuata da qualche pia associazione o comunità, che germogliasse sulle radici della Famiglia Vincenziana.
Il suo desiderio si compì in vari modi ed anzitutto con la fondazione della Confraternita della Santa Agonia di Gesù nell'Orto del Getsemani, nel 1861, per opera del Vincenziano p.Antonio Ippolito Nicolle. Il medesimo Missionario fondava, nel 1864, le Suore della Santa Agonia, particolarmente devote a Gesù Agonizzante.
L'anno seguente, a Torino, il Servo di Dio, p. Marcantonio Durando, fondava un'altra famiglia religiosa, le Suore Nazarene della Passione, la cui spiritualità è tutta permeata dal pensiero della Passione di Cristo e in essa affonda le sue radici.
Queste fondazioni non sono le sole, ma bastano per far capire che le manifestazioni di Gesù a Suor Apollina e il dono dello Scapolare Rosso avevano un ben più vasto intento nelle Famiglie Víncenziane e nella Chiesa ed il loro messaggio di misericordia era diretto a tutti gli uomini. 
APPENDICE I

LA STATUA MIRACOLOSA DELLA MADONNA DELLA «MISSIONE»

La statua di Nostra Signora della Missione sembra che risalga al 1320. È di pietra e misura in altezza m. 1,20. Un'aureola di capelli ondulati, sui quali si abbandona un velo trattenuto da una corona, circonda la sua fronte, completamente scoperta.
Sul braccio sinistro le si adagia il Bambino Gesù, che con la manina accarezza graziosamente il mento della Mamma, mentre la Vergine, trastullandosi con un suo piedino, teneramente sorride. Statue del medesimo stile e della stessa età si conservano al museo del Louvre. La sua origine sarebbe addirittura anteriore a quella di NotreDame di Parigi.
La statua rimase per tre secoli in via S.Dionigi, sul culmine della celebre porta di Filippo Augusto. Quando la porta fu demolita, la statua trovò posto in una nicchia di una casa vicina. Poi qualcuno pensò che sarebbe stata meglio custodita dalle Suore che portavano la marmitta della minestra ai malati e stavano lì vicino. Così le Figlie della Carità aprirono le porte della loro casa-madre alla statua della SS.Vergine, che fu collocata nel cortile. Questo «ingresso» sembra risalire a quando S. Vincenzo e S.Luisa de Marillac erano già morti da 21 anni, cioè al 1681.
Tuttavia, dalla prima casa-madre, la statua seguì le Figlie della Carità nelle tre successive case-madri, confermando il suo titolo di Regina delle Famiglie Vincenziane e meritando anche quello di Nostra Signora della Missione.

APPENDICE II

1) Scapolare Verde:
qualsiasi sacerdote può benedirlo, essendo soltanto una pia immagine.
2) Scapolare Rosso:
a) La benedizione dello Scapolare Rosso non è più «riservata» ai Preti della Missione. Il principio che le «riserve» rimaste sono pochissime e riservate solo ai Vescovi, vale anche per lo Scapolare Rosso.
Persino la benedizione delle stazioni della Via Crucis non è più riservata.
b) La imposizione liturgica dello Scapolare Rosso non è più «riservata». La imposizione di uno scapolare permane solo quando è condizione per entrare a far parte di una Associazione o Confraternita, la quale preveda questo rito.
Lo Scapolare Rosso non è insegna di alcuna Associazione, nemmeno della Santa Agonia, anche se questa Associazione lo ha scelto come emblema.
Per entrare quindi a far parte dell'Arciconfraternita della S.Agonia non è necessaria la imposizione dello Scapolare Rosso.
La cerimonia si può fare, ma non è più «riservata».
c) Lo Scapolare Rosso, come gli altri Scapolari, può essere sostituito da un'unica medaglia scapolare, debitamente benedetta, che abbia da una parte il S.Cuore e dall'altra una qualsiasi Madonna. La medaglia scapolare è più pratica per portarla al collo o sulla propria persona.
Infine non è richiesta alcuna iscrizione.
Non vi sono obblighi particolari. È consigliata una breve meditazione sulla Passione di Cristo specialmente al venerdì e la ripetizione delle giaculatorie scritte sullo Scapolare.
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ESCAPULÁRIO DA PAIXÃO - VERMELHO - REVELADO A IRMÃ APOLLINE ANDRIVEAU - GRAVADO PELO VIDENTE MARCOS TADEU TEIXEIRA - SANTUÁRIO DAS APARIÇÕES DE JACAREÍ - SP - BRASIL


VOL. 01 - ESCAPULÁRIO VERMELHO DA PAIXÃO - ESCAPULÁRIO DA PAIXÃO - REVELAÇÃO DE NOSSO SENHOR JESUS CRISTO À IRMÃ APOLLINE ANDRIVEAU - GRAVADO PELO VIDENTE MARCOS TADEU - SANTUÁRIO DAS APARIÇÕES DE JACAREÍ SP BRASIL



VOL. 02 - ESCAPULÁRIO VERMELHO - APARIÇÕES DE JESUS À SÓROR APOLLINE ANDREVEAU REVELAÇÃO DO ESCAPULÁRIO VERMELHO DA PAIXÃO DE NOSSO SENHOR NARRADA PELO VIDENTE MARCOS TADEU SANTUÁRIO DAS APARIÇÕES DE JACAREÍ/SP-BRASIL


http://gloria.tv/?media=267018



LUIZA APOLLINE ANDRIVEAU, nasceu à 7 de maio de 1810 em Porsan, Centro da França,

sendo filha legítima de Leonardo Andriveau e Apolline Grangier. Desde
pequena Apolline, muito estimada pela família, sempre soube corresponder
aos afetos dos mais íntimos. Modesta, obediente e muito fervorosa na
igreja, nutria grande veneração à imagem de Jesus “Ecce Homo” e era chamada
por muitos de “ a santinha”. Sempre gostava de dar esmolas e socorrer os
mais fracos. Quando se mudou para Paris com sua família, estudou música,
pintura, línguas, sendo uma aluna exemplar e estimada. Após a morte de sua
mãe foi estudar num colégio religioso, no convento de Santa Isabel, onde
ficou por 2 anos. Aos 23 anos entrou para o Convento das Filhas da Caridade
de São Vicente de Paulo, renunciando para sempre às artes e as ciências.
Assim relata ela mesma:

“Nada me parece mais perigoso para uma mulher do que os elogios ao seu
espírito e talentos. Foi a mão Divina do Nosso Amantíssimo Redentor que me
livrou deste caminho escorregadio que eu percorria com satisfação.”

Com certeza foi o grande amor pelo pobres que a fez escolher este
instituto, onde começou seu noviciado em 15 de outubro de 1833, em Paris,
na Rue du Bac, onde três anos antes Nossa Senhora revelou a Medalha
Milagrosa à Santa Catarina Labouré. Passando o tempo do noviciado, foi
enviada a Troyes, sudoeste de París, onde viveu 38 anos.

*Primeiras Manifestações sobrenaturais à Irmã Apolline*

Em 1845 irmã Apolline foi alvo de fenômenos místicos e foi chamada à Divina
Providência a exercer uma missão sobrenatural que foi para ela fonte
abundante de graças e também de grandes sofrimentos. Assim ela escreve em
uma das carta ao seu confessor, Padre Tiene, 'que havia recebido do Senhor
comunicações tão íntimas que a deixava espavorida, a tal ponto que receava
ser vítima de alguma tipo de ilusão.'

Descreve ela, à 11 de outubro de 1846:

“Estava meditando à Santa Missa na Paixão de Nosso Senhor Jesus Cristo.
Julguei então vê-lO na Cruz. O Seu Rosto era de uma palidez que me
impressionou tão vivamente que me encontrei toda coberta de um suor
glacial. A cabeça de Nosso Senhor estava inclinada. Pensei que os longos
espinhos que cobriam sua fronte Adorável fossem a causa desta posição
incômoda. No mesmo instante, o Senhor levantou subitamente a cabeça e os
espinhos da coroa enterraram-se com força até os olhos e na fronte. Nunca
poderei esquecer aquele movimento. Era algo terrível a dor que Ele deve ter
experimentado no choque violento da Sagrada Cabeça contra o lenho da Cruz

Escapulário da Paixão



Escapulario da Paixão

No dia 26 de julho de 1846, na oitava da festa de São Vicente, à tarde, Nosso Senhor apareceu à Irmã Apolline Andriveau, Filha da Caridade, em Troyes, na França. Ela contou que viu Nosso Senhor revestido de túnica vermelha e de manto azul. Seu rosto não estava desfeito pelas dores do pretório, mas era a beleza por essência. Segurava na mão direita um escapulário suspenso por duas fitas de lã, no qual Ele estava representado pregado na cruz, e ao pé da cruz estavam os instrumentos da paixão que mais o fizeram sofrer. Ao redor do crucifixo estava escrito: Santa Paixão de Nosso Senhor Jesus Cristo, salvai-nos. Na outra extremidade das fitas, em pano escarlate, estava a imagem dos Corações de Jesus e de Maria; um cercado de espinhos e, o outro, ferido pela lança, entre os dois corações se elevava uma cruz.
ESCAPULÁRIO DA PAIXÃO -
ESCAPULÁRIO VERMELHO DA PAIXÃO

 I – ORIGEM DO ESCAPULÁRIO     PAIXÃO

No dia 26 de julho de 1846, na oitava da festa de São Vicente, à tarde, Nosso Senhor apareceu à Irmã Apolline Andriveau, Filha da Caridade, em Troyes, na França. Ela contou que viu Nosso Senhor revestido de túnica vermelha e de manto azul. Seu rosto não estava desfeito pelas dores do pretório, mas era a beleza por essência. Segurava na mão direita um escapulário suspenso por duas fitas de lã, no qual Ele estava representado pregado na cruz, e ao pé da cruz estavam os instrumentos da paixão que mais o fizeram sofrer. Ao redor do crucifixo estava escrito: Santa Paixão de Nosso Senhor Jesus Cristo, salvai-nos. Na outra extremidade das fitas, em pano escarlate, estava a imagem dos Corações de Jesus e de Maria; um cercado de espinhos e, o outro, ferido pela lança, entre os dois corações se elevava uma cruz.
Passados alguns dias, Irmã Apolline viu de novo a mesma imagem. Enfim, Nosso Senhor explicou como o escapulário deveria ser usado.
Poucos meses antes de lhe ser revelado o escapulário da Paixão, Irmã Apolline teve outra visão. Fazia a Via-Sacra, quando na 13ª estação, Nossa Senhora lhe depôs nos braços o corpo inanimado do Mestre e lhe disse: “O mundo se perde porque não pensa na Paixão de Jesus Cristo; faça tudo para que o mundo pense, faça tudo para que ele se salve.”
As aparições se repetiam e, em todas elas, Nosso Senhor acentuava a sua infinita misericórdia para com os homens e o desejo de sua salvação.

II- COMO SE DEVE USAR ESTE ESCAPULÁRIO

Nosso Senhor disse à Irmã Apolline que só os Padres da Missão deveriam dar este escapulário, e aqueles que o trouxessem, bento por eles, receberiam, em todas as sextas-feiras, a remissão total das próprias faltas e um aumento de fé, esperança e caridade. Nosso Senhor pediu também que se falasse muito de seus sofrimentos e de sua morte.  

III – APROVAÇÃO ECLESIÁSTICA

Em 1847, Pe. Etienne, então Superior Geral, foi a Roma e tendo sido recebido em audiência pelo Santo Padre Pio IX aproveitou para comunicar-lhe as aparições. Pio IX não colocou nenhum obstáculo à aprovação do escapulário.
O poder de benzer o escapulário da Paixão tinha sido concedido exclusivamente aos Padres da Missão e por isso a difusão era lenta, visto que não lhes era possível percorrer todas as paróquias.
Muitos pedidos foram, então dirigidos ao Pe. Etienne para que alcançasse da Santa Sé a faculdade de delegar esse privilégio aos sacerdotes seculares e regulares que o pedisse.
O Santo Padre não só concedeu a licença, mas, ao mesmo tempo acrescentou às indulgências concedidas antes, uma indulgência plenária, todas as sextas-feiras do ano, às pessoas que usassem o escapulário constantemente.
ENGLISH
Nineteenth century Apparitions of Christ and the Blessed Mother
to a nun named Sister Apolline Andriveau
delivered the request  for propagation of a new devotion,
the "Red Scapular of the Passion of Our Lord
and the Sacred Hearts and Jesus and Mary."
Our Lord told Sister Apolline that He longed for consideration
of His sufferings and that His mother desired the same.
Our Lady told her "The world is hurrying to its perdition,
because it considers not the Passion of Christ,...
"Do all you can to bring and consider His sufferings.
Do all you can to save the world!"
 "All those who wear this scapular shall receive every Friday
an increase of faith, hope, and charity."
- Words of Our Lord to Sister Apolline.
According to St. Joseph's Provincial House
investiture of the Passion sacramental is no longer required.
It is simply blessed and worn.
"The graces depend upon the faith and confidence of the wearer."
Regulations state that the red scapular of the Passion
must be made of red woolen cloth and bands.
On one segment of wool is Jesus on the Cross,
below which are the implements of the Passion
and the words,
“Holy Passion of Our Lord Jesus Christ Save us.”
The second piece of cloth bears the image
of the Hearts of Jesus and Mary, above which is written,
“Sacred Hearts of Jesus and Mary, protect us.”
>>> t <<<

FRANCÊS

Le Scapulaire Rouge de la Passion de Notre Seigneur Jésus-Christ


Ce scapulaire rouge provient d'une apparition de Notre Seigneur Jésus-Christ à une fille de la Charité Soeur Apolline ANDRIVEAU, née en 1810, qui a reçu  la vision du scapulaire de la Passion le 26 juillet 1846 à Troyes, maison Saint-Jean. Elle est décédée à Montolieu en 1895.

On notera sur le scapulaire la présence des deux Coeurs unis de Jésus et de Marie, surmontés de la Croix.

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Vous pouvez noter la présence des deux Coeurs Unis de Jésus et de Marie surmontés de la Croix
Nous retrouvons ci-dessous les deux Coeurs unis dans un tableau peint par le frère François Carbonnier concernant l'apparition de la Très Sainte Vierge rue du Bac . Je vous laisse apprécier la beauté de ce tableau .

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Texte relatif au Scapulaire rouge adréssé par les soeurs de la charité : "Le 26 juillet 1846, sœur Apolline fut favorisée d une vision. Voici le récit quelle en fit à :’J'étais montée à la chapelle avant le salut. Je crus voir Notre-Seigneur vêtu dune longue robe rouge et dun manteau bleu. Cétait la beauté par essence. Il tenait dans la main un scapulaire écarlate suspendu par deux rubans de laine de la même couleur. Sur un côté, il était représenté crucifié ; les instruments les plus douloureux de la Passion se trouvaient au pied de la croix : le fouet du prétoire, le manteau, la robe qui avait couvert son corps sanglant. Il y avait autour du crucifix : Sainte Passion de Notre Seigneur Jésus-Christ, sauvez nous ! A l’autre extrémité du ruban, la même étoffe était recouverte de l’image sainte et de son Cœur sacré et celui de sa sainte Mère ; une croix placée au milieu semblait s’échapper des deux Cœurs ; et il y avait autour : Sacrés Cœurs de Jésus et de Marie, protégez-nous ! ».

Le soir de l’octave de Saint Vincent, le 26 juillet 1846, sœur Apolline fut favorisée d’une vision qu’elle tint d’abord soigneusement secrète. Cependant sur l’ordre formel de son confesseur, elle consentit à en faire part à M. Etienne, alors Supérieur Général des Prêtres de la Mission.
L’apparition de Notre-Seigneur tenant à la main un scapulaire de sa Passion, se renouvela plusieurs fois ; le jour de l’Exaltation de la Sainte-Croix, le 14 septembre 1846, elle eut lieu avec cette circonstance particulière, que sœur Apolline crut entendre Notre-Seigneur lui adresser ces consolantes paroles : «  Les Prêtres de la Mission doivent donner ce scapulaire et ceux qui le porteront bénit par eux recevront tous les vendredis une grande augmentation de foi, d’espérance et de charité ».
«  Notre divin Sauveur désire que l’on établisse le Scapulaire de la Passion, je n’en puis douter au fond de mon cœur. Il saura bien, dans un instant que lui seul connait, aplanir toutes les difficultés qui s’élèvent ordinairement contre les dévotions nouvelles et faire du précieux jour de sa mort un jour à part et enrichi des trésors de la sainte Eglise. Ce sera comme une des richesses de la Congrégation de la Mission ».
Le Pape Pie IX approuva avec joie le nouveau scapulaire et par un rescrit du 25 juin 1847 autorisa tous les prêtres de la Mission à bénir et à distribuer à tous les fidèles le nouveau scapulaire, dénommé SCAPULAIRE DE LA PASSION DE JESUS-CHRIST ET DES SACRES CŒURS DE JESUS ET DE MARIE .
On doit remarquer qu’il est rattaché de manière frappante à la Médaille Miraculeuse.
En effet, le scapulaire, comme la Médaille, centre notre attention sur la Croix de Jésus-Christ et sur la place de Marie dans le mystère du Salut.
Le 15 décembre 1861, le Supérieur Général de la Congrégation de la Mission, M Etienne , approuva le projet de M. Nicolle, jeune lazariste, de fonder une association pour consoler Jésus dans le mystère de ses douleurs, en ces termes : « oui, mon cher ami, elle vient de Dieu, la pensée d’établir la Confrérie de l’Agonie de Notre Seigneur et je vous engage à poursuivre sans délai la réalisation de ce projet…Ce n’est que l’application de la dévotion du scapulaire de la Passion que Notre Seigneur a confié au Zèle de la Congrégation ».
Monsieur Nicolle prend la plume et commence à rédiger un règlement qu’il intitule le Règlement de l’œuvre de la Sainte Agonie de Notre Seigneur Jésus-Christ.
Il se rend à Lyon pour exposer le tout au Cardinal de Bonald. Celui-ci l’écoute avec attention, et s’écrie : « cela pourrait bien venir de Dieu, Monsieur le Curé. » Il ajoute : « Mais c’est merveilleux Mr le curé, mettez moi le premier sur le registre, en tête des associés ! ».
Dans le bref daté du 14 mars 1862, Pie IX érige la Confrérie, exprimant le désir de voir une Association si utile se développer de jour en jour. L’Archiconfrérie commence réellement à exister le 2 mai 1862, par la célébration d’une première messe.
Un bref du 15 mai 1865 élève l’association au rang d’Archiconfrérie pour le diocèse de Lyon.
Le 3 octobre 1873 un nouveau bref de Pie IX étend l’archiconfrérie à toute la France et en fixe le siège principal dans la chapelle Saint-Vincent de Paul, à Paris.
Le Pape Léon XIII étend le titre de l’Archiconfrérie à l’univers par un bref du 2 octobre 1894. C’est à partir de ce moment que l’œuvre s’étend de plus en plus et se répand dans le monde entier. Elle compte au début du XXème siècle, plus de 200 confréries agrégées : Jérusalem, Rome, Turin, Madrid, Bruxelles, Dublin, Alexandrie, Beyrouth, Salonique, Baltimore, Emmitsburg, Buenos-Aires, Lima, Guatemala, Bahia, …Le nombre des Associés augmente de façon considérable et parmi les premiers nous comptons : Saint Pierre Julien Aymard, le P. Chevrier fondateur du Prado à Lyon, des cardinaux , des évêques…
Pour le Jubilé de l’Archiconfrérie, la cérémonie de la consécration de l’autel de la sainte Agonie a lieu le 9 octobre 1912, en la chapelle Saint Vincent de Paul . Une grotte en staff se trouve placée derrière l’autel de marbre blanc pour recevoir la statue en bois sculpté de Jésus agonisant et de l’ange lui présentant le calice. Une boiserie en chêne est sculpté pour entourer la grotte. Sous l’autel un bas relief en bronze représente la mort de saint Joseph. La Mère des douleurs aura aussi sa statue, et le bon larron la sienne.
Un calice magnifique, symbole du Calice de l’Agonie de Jésus est offert pour ce cinquantenaire.
Préparons nous au cent-cinquantenaire qui approche…2012 SERA LE PROCHAIN JUBILE de l’Archiconfrérie !".
Ci-dessous le Scapulaire Rouge de la Passion de Notre Seigneur Jésus-Christ.

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INSOFISMÁVEIS TESTEMUNHOS
DO INFERNO


VISÕES DO INFERNO RELATADAS PELOS SANTOS - SANTA FAUSTINA- PASTORINHOS DE FÁTIMA - SANTA TERESA D'AVILA - SANTA JOSEFA MENENDEZ - SANTA CATARINA DE SENA


«Lembra-te, ó homem, que és pó, e ao pó hás-de voltar»
«Que adianta ao homem ganhar todo o mundo, se vier a perder a sua alma?»

(Sagrada Escritura)





PROVAS MAIS DO QUE EVIDENTES DA REAL EXISTÊNCIA DO

INFERNO


A Justiça exige que à gravidade da culpa
corresponda a magnitude da pena.


E Deus, como diz São Pio X,
«premeia os bons e castiga os maus,
porque é Justiça Infinita».
+ +


O INFERNO, SEGUNDO
SANTA FAUSTINA KOWALSKA(Mensageira da Divina Misericórdia)




" Hoje, conduzida por um Anjo, fui levada às profundezas do Inferno.
É um cavernoso lugar de grandes suplícios, e como é abissal a sua vastidão!
Eis os diferentes tormentos que vi:primeiro castigo, que constitui o Inferno, é aperda de Deus.segundo castigo é operpétuo remorso da consciência.
terceiro castigo é o de que
 essa condição nunca mudará.quarto castigo é o dofogo que penetra a alma, embora sem a destruir; sendo um sofrimento terrível, um fogo puramente espiritual, aceso pela Ira de Deus.quinto castigo é acontínua treva e um horrível cheiro sufocante; e embora haja escuridão, os demónios e as almas danadas vêem-se mutuamente, reconhecendo todo o mal, quer de si mesmos, quer dos outros.
sexto castigo é
 a
 constante companhia de Satanás.sétimo castigo é o tremendo desespero e o ódio a Deus, as maldições, pragas e blasfémias.
Estes são os tormentos por que todos os condenados, em conjunto, passam, mas não se acabam aqui os suplícios.
Há outros dirigidos a alguns réprobos em especial, que são as'
penas dos sentidos':Cada alma é atormentada no sentido com que pecou, de maneira horrível e indescritível.Existem pavorosas prisõessubterrâneas, cavernas e poços de tormento, onde cada tortura difere da outra.
Eu teria morrido só de ver essas terríveis expiações, se não fora a Omnipotência de Deus haver-me amparado.

Que todo o pecador saiba que, em cada um dos seus sentidos com que pecou,
 há-de vir a ser atormentado por toda a eternidade.Escrevo isto por ordem de Deus, para que nenhuma alma se desculpe, dizendo que não há Inferno, ou que ninguém lá esteve e por isso não se sabe como ele é...Eu, irmã Faustina, por desígnio de Deus, visitei o abismo do Inferno, para que o possa noticiar às almas etestemunhar que ele existe.Sobre ele, não me é permitido falar agora, mas tenho ordem de Deus para deixar isto por escrito.
Os demónios estavam cheios de ódio de mim; todavia, pela Vontade de Deus, eram obrigados a obedecer-me.
E o que acabei de descrever dá apenas
 uma pálida imagem das coisas que vi.Notei, no entanto, uma coisa:A maior parte das almas que lá estão é justamente a daqueles que não acreditavam que o Infernoexiste.
Quando voltei a mim, quase que não podia refazer-me do terror daquela visão.
Como as almas sofrem horrores no Inferno!Por isso, rezo com mais fervor ainda pela conversão dos pecadores.
Rogo incessantemente à Misericórdia de Deus para todos eles.
'Ó meu Jesus, preferia sofrer a maior agonia, até ao fim do mundo, do que Vos ofender com o menor pecado que fosse'. "('Diário da Irmã Faustina', Caderno II, 741)


+ +
A VISÃO DO INFERNO, SEGUNDO
OS VIDENTES DE FÁTIMA, PORTUGAL



(Pastorinhos Jacinta, Lúcia e Francisco após a visão do Inferno)


" Nossa Senhora:«Sacrificai-vos pelos pecadores, e dizei muitas vezes, em especial sempre que fizerdes algum sacrifício:'Ó meu Jesus, é por Vosso amor, pela conversão dos pecadores e em reparação dos pecados cometidos contra o Imaculado Coração de Maria' ».
Irmã Lúcia:Ao dizer estas últimas palavras, abriu de novo as mãos, como nos dois meses anteriores.
O reflexo pareceu penetrar a terra, e vimos como que:
Um mar de fogo, e mergulhados nele, estavam os demónios e as almas, como se fossem brasas transparentes e negras ou bronzeadas, com forma humana, que flutuavam no incêndio, levadas pelas chamas que delas mesmas saíam, juntamente com nuvens de fumo, caindo para todos os lados, semelhante ao cair das fagulhas nos grandes incêndios, sem peso nem equilíbrio, entre gritos e gemidos de dor e desespero, que horrorizavam e faziam estremecer de pavor!Os demónios distinguiam-se por formas horríveis e asquerosas, de animais espantosos e desconhecidos, mas transparentes como negros carvões em brasa!(Deve ter sido ao deparar-me com essa terrível visão, que exclamei um «ai!», que alguns dizem ter-me ouvido).Assustados e como a pedir socorro, levantámos a vista para Nossa Senhora, que nos disse com bondade e tristeza:«Vistes oInferno, para onde vão as almas dos pobres pecadores.Para salvá-las, Deus quer estabelecer no mundo adevoção ao meu Imaculado Coração.
«Se fizerem o que Eu vos disser, salvar-se-ão muitas almas e terão paz.
A guerra vai acabar, mas, se não deixarem de ofender a Deus, começará outra ainda pior.
«Quando virdes uma noite alumiada por uma luz desconhecida, sabei que é o grande sinal que Deus vos dá, de que vai punir o mundo dos seus crimes, por meio da guerra, da fome e de perseguições à Igreja e ao Santo Padre.
Para a impedir, virei pedia a Consagração da Rússia a meu Imaculado Coração, e a
 Comunhão reparadora nos primeiros Sábados.
«Se atenderem aos meus pedidos, a Rússia converter-se-á e terão paz; se não o fizerem, espalhará os seus erros pelo mundo, promovendo guerras e perseguições à Igreja.
Os bons serão martirizados; o Santo Padre terá muito de sofrer; várias nações serão aniquiladas.

«Por fim, o meu Imaculado Coração triunfará.O Santo Padre consagrar-me-á a Rússia, que se converterá, e será concedido ao mundo algum tempo de paz.
Em Portugal, conservar-se-á sempre o Dogma da Fé...
[Etc - Segue o Terceiro Segredo de Fátima]...«Isto, não o digais a ninguém. Ao Francisco, sim, podeis dizê-lo.
«Quando rezardes o Terço, dizei, depois de cada Mistério:'Ó meu Jesus, perdoai-nos e livrai-nos do fogo do Inferno; levai as almas todas para o Céu, principalmente as que mais precisarem'» "(Aparição de 13 de Julho de 1917, Sexta-feira)

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INFERNO, SEGUNDO
SANTA TERESA D'ÁVILA
(Doutora da Igreja)




Estando um dia em oração, achei-me de repente, sem saber como e segundo me parece, toda metida no Inferno.
Entendi que o Senhor queria que eu visse o lugar que os demónios lá me tinham preparado, e que eu havia merecido pelos meus pecados.
Foi de brevíssima duração, mas, embora tivesse sido já há muitos anos, parece-me impossível esquecê-lo.
A entrada (do Inferno) pareceu-me à maneira dum beco muito comprido e estreito, semelhante a um forno muito baixo, escuro e apertado.

O chão pareceu-me de água com lodo muito sujo e de cheiro nauseabundo, cheio de lagartixas peçonhentas.
No fundo, havia uma concavidade aberta numa parede, à maneira dum armário, onde me vi metida com muito aperto.
Tudo isso, porém, eram deleites, em comparação com o que ali vi e senti...
Senti um grande fogo na alma, que não entendo como se pode dizer e de que maneira ele é.
As dores corporais são tão insuportáveis, que eu, nesta vida, apesar de já as ter sofrido tão intensamente, tudo isso é nada em comparação com o que ali senti.


E segundo dizem os médicos, tive dos maiores sofrimentos que neste mundo se poderão padecer.
Foi por terem-se-me encolhido os nervos, ficando entrevada, além doutros tormentos diversos e muito variados, tendo sido alguns, como tenho dito, causados pelo Demónio.
Pois tudo isso foi nada, em comparação com o que ali [no Inferno] vi e senti, sabendo que essas penas não mais haviam de ter fim.
E no agonizar da alma: um aperto, uma sufocação, uma aflição tão sensível e com tão desesperado e aflitivo descontentamento, que eu não sei explicar.
Porque o dizer que isso é uma sensação de ver arrancada a alma, é pouco, por assim parecer-nos que alguém põe termo à vida; mas ali é a própria alma que se despedaça continuamente, para sempre.

O facto é que eu não sei como entender aquele fogo interior e aquele desespero, sobrepostos a tão gravíssimos tormentos e dores.
Não percebia como assim tanto sofria, mas sentia-me a ser queimada e retalhada, ao que me parece; e digo que aqueles fogo e desespero interior são os mais dolorosos.
Estando em tão pestilencial lugar, tão desesperada de toda a consolação, não havia como sentar-me ou deitar-me, não havia um sítio espaçoso, porque puseram-me nesta espécie de buraco feito na parede; porquanto estas paredes, que são espantosas à vista, apertam por si mesmas e tudo sufocam.

Não há luz, pois tudo são trevas escuríssimas.
Eu não entendo como pode ser isto, porque, não havendo luz, vê-se tudo o que à vista pode causar horror.
Não quis o Senhor que eu, então, visse mais nada de todo o Inferno; porém, depois tive outra visão de coisas terríveis, sobre o castigo de alguns vícios.
Quanto à vista, pareceu-me ainda muito mais espantoso, mas como não sentia o tormento, não me causara tanto horror como na visão anterior, em que o Senhor quis que eu verdadeiramente sentisse aquelas dores e aflições no espírito, como se o corpo também as estivesse a padecer.
Não sei como foi isso, mas bem compreendi ser grande mercê, pois o Senhor quis apenas que eu sentisse, numa visão brevíssima, do que me tinha livrado as Suas infinitas Misericórdia e Justiça.
Porque não é nada somente ouvir falar disso, nem por eu já ter meditado sobre esses tormentos - embora poucas vezes o fizesse, que só pelo caminho do temor não vai bem a alma -, nem sequer por os demónios atenazarem-me com vários suplícios que tenho padecido.
Não, nada há como as penas infernais, porque se trata doutra coisa (imensamente pior).
Enfim, são tão diferentes como a pintura o é da realidade; ou seja, o queimar-se aqui no mundo é muito pouco, em comparação com esse fogo de lá...

E assim, não me recordo que tenha sofrido tribulações e dores, mesmo das maiores que na terra se podem pedecer, que não passem de ninharias, comparativamente; pelo que julgo que, em grande parte, nos queixamos demasiado e sem razão.
Portanto, volto a dizer que isso foi uma das maiores mercês que o Senhor me tem concedido, o que me tem aproveitado muitíssimo, tanto para perder o medo de todas as tribulações e provações desta vida, como para esforçar-me a suportá-las com paciência e resignação, dando por isso muitas graças ao Senhor, que me livrou assim, ao que agora me parece, de penas e sofrimentos imensamente maiores, tão horríveis e perpétuos.
De então para cá, como digo, o pior deste mundo parece-me fácil e aprazível, em comparação com o dolorosíssimo momento que no Inferno eu vi e padeci.
Tendo lido muitas vezes livros que dão algumas ideias aproximadas das penas do Inferno, espanta-me deveras como não as temia suficientemente, preocupando-me muito pouco com a sua verdadeira natureza e realidade.
Deste modo, sinto imensa pena das almas que se podem condenar eternamente - dos protestantes em especial, porque já eram, pelo Baptismo, membros da Igreja -, obtendo assim grande zelo de salvar almas, de tal modo me parece certo que, para livrar uma só alma de tão gravíssimos e eternos tormentos, padeceria muitas vidas e mortes de boa vontade. "
(Santa Teresa de Jesus, 'Livro da Vida', Cap. XXXII)

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INFERNO, SEGUNDO
SANTA JOSEFA MENENDEZ




" Vi muita gente do mundo a cair no Inferno, e agora as palavras não podem descrever, nem por assombro, os seus horríveis e espantosos gritos:
'Condenado para sempre... Eu me enganava a mim mesmo... Estou perdido... Estou aqui para sempre, eternamente!'
Os ruídos de confusão e blasfémias não cessam, nem por um instante.
Um nauseabundo odor asfixia e corrompe tudo; é como queimar carne putrefacta, misturada com alcatrão e enxofre...
Uma mistura a que nada na terra pode ser comparável.

Comecei a ouvir muitos gritos, e de seguida encontrei-me numa passagem muito estreita.
Na parede existia uma espécie de nichos, donde sai muito fumo, mas sem chama e com muito mau odor.
Eu não posso dizer o que se ouve, toda a classe de blasfémias, de palavras impuras e terríveis.
Uns maldizem o corpo... Outros maldizem seu pai ou sua mãe...
Outros reprovam-se a si mesmos, por não terem aproveitado tal ocasião, tal luz, a fim de abandonarem o pecado.

Enfim, é uma confusão tremenda de gritos de raiva e desespero...
Mas o que não tem comparação com nenhum tormento é a angústia que sente a alma, vendo-se separada de Deus.
Para poder livrar-me do Inferno, e eu que sou tão medrosa para sofrer, nem sei ao que estou disposta.
Não sei dizer o que sofro... É tremenda tanta dor...
Parece que os olhos saíram do seu lugar; é como se mos tirassem, arrancando-os...
Os nervos contraem-se. O corpo está como dobrado, não pode mover-se, nem um dedo...

O odor que existe é horrível, não se pode respirar, mas tudo isso é nada em comparação com a alma que, conhecendo a Bondade de Deus, vê-se obrigada a odiá-Lo, e sobretudo se O conheceu e amou, sofre muito mais... "
(Cf. Josefa Menendez, 'Convite ao Amor Divino')

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INFERNO, SEGUNDO
SANTA CATARINA DE SENA
(Doutora da Igreja)




Diz-lhe Jesus:" Filha, a tua linguagem é incapaz de descrever os sofrimentos desses infelizes...
No Inferno, os pecadores padecem
quatro tormentos principais:Primeiro tormento: é a ausência da Minha visão.Um sofrimento tão grande, que os condenados, se fosse possível, prefeririam sofrer o fogo, vendo-me, do que ficarem fora dele sem Me verem.Segundo tormento, como consequência, é o remorso que corrói interiormente o pecador, privado de Mim, longe da conversação dos Anjos, a conviver com os demónios.Aliás, a visão do
 Diabo constitui o terceiro tormento.Ao vê-lo, duplica-se o sofrer...
Os infelizes danados vêem crescer os seus padecimentos ao verem os demónios.
Nestes, eles conhecem-se melhor, entendendo que pela própria culpa mereceram o castigo.

Assim, o remorso martiriza-os e jamais cessará o ardor da consciência.
Muito grande é este tormento, porque o Diabo é visto no seu próprio ser; tão horrível é a sua fealdade, que a mente humana não consegue imaginar...
Segundo a Justiça Divina, ele é visto mais ou menos horrível pelos condenados, conforme a gravidade das suas culpas.
O quarto tormento é o fogo.Um fogo que arde sem consumir, sem destruir o ser humano.
É algo imaterial, que não destrói a alma incorpórea.
Na Minha Justiça, permito que tal fogo queime, faça padecer, aflija; mas não destrua.
É ardente e fere de modo crudelíssimo e de muitas maneiras.
A uns mais, a outros menos, segundo a gravidade dos seus pecados. "
(Santa Catarina de Sena, 'O Diálogo', 14.3.2)
13/01/2012 20:18:36










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